Un bambino guarda incredulo il giocoliere che fa ballare decine di piatti in cima a delle aste, gli occhi di una bimba che sogna di essere anche lei una ballerina vedendola danzare avvinghiata a un cerchio tenendosi in equilibrio su una tavola sospesa, o il sospiro impaurito di un bimbo che viene sorpreso dal trio di renne animate. Una cioccolata calda o un vin brulè chiacchierando su cosa prevede il menu delle feste. Intanto l’aiutante di babbo natale finisce un nuovo trucco sul volto di un bambino contento, sotto lo sguardo di una mamma che già pensa a come pulire dal viso quello stesso trucco. Babbo natale riceve e saluta ogni bimbo all’interno del suo salotto, tra una neonata urlante e un saputello dalle mille domande. Gli ospiti di casa intenti a rendere tutto questo possibile: chi trasporta cibo e bevande, chi riceve gli invitati, chi prepara il vin brulè, chi finisce di allestire e chi aiuta babbo natale a sistemare i regali.
Un trio di renne, un folletto, una ballerina e un giocoliere. Partecipanti e protagonisti di un giorno, una festa. Una giornata dedicata alla festa dei bambini. Dopo più di due anni di mascherine, lockdown, scuole chiuse e restrizioni una cooperativa di persone, rispettando sempre regole e imposizioni, ha deciso di montare un piccolo villaggio di babbo natale, come se fosse ancora normale festeggiare insieme un evento, una ricorrenza. Quei giorni che per cultura e tradizione offrono la possibilità di confrontarsi e incontrarsi al di fuori dell’ambito lavorativo, delle ideologie o dei problemi personali. Una giornata “normale”.