Ci
sono storie che è giusto raccontare perché avrebbero potuto non essere tue. E
allora ti saresti davvero perso qualcosa.
Storie
diverse che, inaspettate, arrivano direttamente al cuore. E si piantano lì. Tu
le hai vissute e credevi di averle assorbite. In qualche modo esaurite.
Pensavi
che non sarebbero più riuscite a commuoverti, a farti provare i brividi. Eri convinto
di averle archiviate in qualche sperduto angolo della tua memoria o della tua
vita passata.
Ad
un tratto però, ti accorgi che sono entrate in te più di quanto tu abbia fatto
parte di loro. Le senti circolare, ti suggeriscono ricordi, ti risvegliano
emozioni.
E'
un attimo e nei momenti più impensati, anche a distanza di tempo, te le
ritrovi addosso dappertutto.
Quella
della nostra Cooperativa è una storia così.
Dei
quarant’anni che COSEVA compie oggi ne ho vissuti in prima persona ventiquattro.
Posso dire di essere diventato grande in cooperativa.
Di tutti questi anni ho un
mare di ricordi. E i ricordi, si sa, fanno parte di noi come le foto che
li immortalano.
Che si tratti di un artistico
bianco e nero oppure di una sbiadita polaroid come del più digitalizzato dei
“selfie”, gli scatti rubano spazio al tempo, inchiodano quell’attimo che
altrimenti sarebbe fuggente per sempre e diventano un tutt’uno con la nostra
vita.
E’
questa la magia delle foto. E’ questa la magia che sento percorrermi l’anima
mentre sfoglio i libri pubblicati per festeggiare i passati compleanni di COSEVA.
Foto di gruppo, figure intere, primi e primissimi piani,
piani americani, campi lunghi, medi e lunghissimi. Una vera enciclopedia a
fascicoli del nostro lavoro, una lunga, densa ed intensa sequenza di vita
vissuta pienamente.
Cerco la giusta ispirazione che mi consenta di fare a tutti
noi gli auguri per i nostri primi quarant’anni e ci rivedo bellissimi, anche
se magari siamo un po’ sfuocati, anche se in quella foto siamo rimasti con
quell’espressione un po’ così.
Momenti
di vita sociale. Ma più dei momenti, i volti. Gli occhi.
La
fatica e i sorrisi, la concentrazione e la festa, il divertimento e l’impegno s’alternano
nelle immagini che scorrono e che si ripropongono alla mia memoria.
Vortici
di sguardi e di gesti. Persone delle quali ho solo sentito parlare oppure altre
che ho conosciuto e con le quali ho condiviso idee, lavoro, soddisfazioni e delusioni.
Soci
che ho visto investire su COSEVA i propri anni migliori, altri che l’hanno
fatto, ma poi hanno preferito andare via, o sono dovuti andare via. Perché si
cambia, perché il mondo cambia o perché, semplicemente, si va a fare dell’altro.
Amici
che ho trovato e anche ritrovato, altri che per strada ho perduto. E qualcuno
di questi, purtroppo, per sempre.
Loro
l’hanno fatta questa storia. Sono loro le voci, la passione, la forza. E allora
è così che voglio fare gli auguri a tutti noi ed alla nostra cooperativa.
Non
parlando di numeri, che sono importanti, beninteso, che sono la sostanza del
nostro lavoro. Qualcun altro l’ha fatto e lo farà meglio di me.
Non
passando in rassegna questo o quell’episodio, questo o quell’appalto perché non
so fare classifiche e COSEVA, poi, è capace di raccontarsi benissimo da sé,
come il libro che pubblichiamo quest’anno dimostra.
Voglio
farci gli auguri guardando fin nel profondo gli occhi della nostra gente. Voglio
farlo ricordando quel movimento unisono e corale che nello spazio di questi 40
anni ci ha portato fino a qui, pulendo chilometri di pavimenti che a metterli
in fila arriverebbero fino alla luna, spostando, manipolando e sollevando
milioni di tonnellate di merci, dando risposta a richieste e domande come se
piovesse.
E
ci abbiamo messo tutti del nostro per fare sì che oltre all’impegno ed alla
capacità ci fosse nel lavorare duro anche una goccia di splendore.
Faccio
gli auguri a chi nella fatica sente odore di pulito, a chi non perde mai il
filo della fantasia, a chi alle future generazioni potrà dire di avere
consegnato un dono grande come COSEVA.